"Spero che la ricerca faccia gol": questo è lo slogan ideato dal giornale online "Napoli Magazine", www.napolimagazine.com , affinchè un bambino di soli 4 anni torni a vivere. Salvatore Di Donato, nato a Secondigliano (Na) il 16/ 08/ 2000, dal maledetto 18 giugno scorso ha ‘visto’ la sua vita cambiare in maniera radicale. Dopo una semplice febbre, il bimbo viene colpito da una fortissima convulsione che lo dirige verso un coma totale. Per il piccolo Salvatore inizia il calvario. Ricoverato d’urgenza all'ospedale ‘Santobono’ di Napoli, dopo un paio di giorni di terrore, le cose sembrano volgere verso un lieto fine… Purtroppo è solo apparenza: dai vari accertamenti effettuati, risulta che il bambino da questa situazione ne esce completamente debilitato e gli viene diagnosticata una carenza cardiaca sopperibile solo con un peacemaker completamente fisso, a causa dell’ autonomia persa dal suo cuoricino. Effettuata quest’operazione al cuore, di una delicatezza non indifferente, la famiglia crede che i problemi possano essere finiti, anche perché nel frattempo, grazie a quest’ultima, il bambino ritorna finalmente a sorridere, esce dal coma e il peggio sembra essere alle spalle… Così si credeva, ma purtroppo la sventura smentisce tutti: dopo il ‘letargo’ di cinque giorni, la prima domanda che il bambino pone al padre è : “Papà è tutto buio, perché non accendi la luce?” . Quella mattina del 23 giugno c’era un sole bellissimo, quasi da presupposto a questo magnifico risveglio dopo il ‘tramonto’… Ed è proprio da quell’ arida giornata, da quegli istanti, ma soprattutto da quella domanda inutile, insolita, che si avverte come quel bellissimo paesaggio stonasse con l’incubo di Salvatore. La domanda inutile, non era affatto tale; il motivo per cui il piccolo aveva chiesto di accendere la luce non era perché realmente la stanza mancasse di luminosità, ma purtroppo erano i suoi occhi che avevano smesso di vivere… A causa dei problemi cardiaci, tutti gli altri erano stati trascurati, senza magari pensare che questa ‘bufera’ avrebbe potuto intaccare qualche altra parte dell’organismo. Iniziano subito i primi accertamenti, le prime radiografie, per capire realmente ai suoi occhi cosa sia potuto succedere. Purtroppo alla fine dei vari esami, non si arriva a nulla; le ipotesi sono tante, la più accreditata è che in seguito ad una varicella, avuta più o meno due mesi prima di quella fatidica data, nonostante apparentemente la malattia avesse fatto il suo corso, in realtà probabilmente quel virus non ha mai lasciato solo il piccolo Salvatore. Questa ‘compagnia’ ha fatto sì, quasi sicuramente, che la normale febbre portasse al bruciamento quasi totale dei nervi ottici. Dal giorno di questa terribile sanzione, la famiglia ha girato vari paesi (Spagna, Cina, Svizzera e naturalmente l’ Italia) affinché si riuscisse a trovare uno specialista in grado di trovare la soluzione a questa funesta situazione. Purtroppo le risposte sono state sempre le stesse, naturalmente negative. I vari medici a cui si sono rivolti i familiari di Salvatore hanno affermato che è la prima volta che si trovano di fronte ad un caso
simile, non gli è mai capitato un problema di questo genere.
La Napoli Soccer s.p.a. ha saputo cogliere l'appello lanciatogli da Salvatore Nardi, redattore di Napoli Magazine nonchè zio del piccolo Salvatore Di Donato, e,  in occasione del match di campionato tra i partenopei e il Lanciano, di scena al San Paolo il prossimo 30 gennaio, i calciatori azzurri hanno indossato prima del fischio d’ inizio, 11 maglie con la foto del piccolo Salvatore accompagnata dallo slogan ‘ Spero che la ricerca faccia gol…’ Lo scopo dell’ iniziativa non è quello di trarre fondi, ma nella speranza che qualche specialista sappia aiutare il piccolo Salvatore Di Donato in questo dramma, effettuando l’ennesimo tentativo affinché questo bambino possa realizzare il suo piccolo grande sogno nel cassetto. Napoli Magazine, promotore dell'iniziativa, ringrazia la Napoli Soccer Spa, il presidente Aurelio De Laurentiis, il direttore generale Pierpaolo Marino, il segretario generale Alberto Vallefuoco e l’addetto stampa Guido Baldari per la massima disponibilità dimostrata.                                         
Spero che la ricerca faccia gol
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Il Napoli Soccer scendendo in campo nella gara contro il Lanciano con delle maglie personalizzate, raffiguranti la foto del piccolo Salvatore Di Donato, un bambino di 4 anni rimasto cieco in seguito ad una varicella, ha contribuito alla speranza di poterlo aiutare a rivedere attraverso la ricerca.
Ecco l'indirizzo email per contattare la famiglia del piccolo Salvatore Di Donato:

forzasalvatore@libero.it
Ecco una foto del piccolo Salvatore Di Donato
Mario Di Donato, padre di Salvatore, ha rilasciato a 'Napoli Magazine' alcune dichiarazioni: "Ringrazio la Napoli Soccer, il presidente
Aurelio De Laurentiis e il direttore Pierpaolo Marino per aver colto il nostro invito a rendere pubblico questo grande dolore che ci affligge da quasi 8 mesi. Prima di questo terribile accaduto, Salvatore mi diceva
sempre che un domani avrebbe voluto giocare nel Napoli, spero che un domani, magari anche tramite quest' iniziativa, posso almeno poterlo
rivedere giocare.  Prima di chiamarla  'Spero che la ricerca faccia gol' avevamo pensato alla frase con il doppio senso  "Vedrete che ce la farò", ma l' attuale c'è sembrata più mirata. Speriamo che qualche
specialista in grado di risolvere il problema, si accorga dell' iniziativa e ci
contatti. Inoltre vorrei ringraziare mio cugino Salvatore Nardi,
redattore di Napoli Magazine.com, giornale che mi ha dato la possibilità di
rendere quest' iniziativa realtà".

Elisa Renzulli, madre del piccolo Salvatore Di Donato protagonista dell'iniziativa "Spero che la ricerca faccia gol" che è stata sponsorizzata dal Napoli Soccer, è intervenuto ad "Ultra Zoom", trasmissione tv condotta da Nello Odierna su Telecaprisport: "Ringrazio il Napoli per tutto l'aiuto che ci ha dato. Mio figlio era un bambino normale ma purtroppo dopo una febbre ed una varicella Salvatore ha perso la vista. Non chiediamo soldi ma soltanto l'opportunità di capire se attraverso la ricerca è possibile aiutare mio figlio".